Barolo D.O.C.G

TIPOLOGIA: Vino rosso importante.

DENOMINAZIONE: Denominazione di Origine Controllata e Garantita (D.O.C.G.) dal 1981, già Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.) nel 1966. Nella tipologia “Barolo” come previsto dal disciplinare di produzione.

VITIGNO: 100% Nebbiolo nella sottovarietà Michet.

ZONA DI PRODUZIONE: Comune di Castiglione Falletto (Provincia di Cuneo, Piemonte).

STORIA: Fino al XIX secolo dal vitigno nebbiolo si ricavavano solo vini dolci e poco longevi. Questa limitazione ostacolava lo sviluppo dell’enologia piemontese, che non riusciva a reggere il confronto con quella della vicina Francia. Ironia della sorte, furono proprio dei francesi a risolvere la situazione: Juliette Colbert, nobildonna della Vandea, moglie del marchese Carlo Tancredi Falletti, l’ultimo discendente di una fra le più ricche e potenti casate piemontesi, volle chiamare proprio da oltralpe il famoso enologo Louis Oudart, per creare presso le sue tenute agricole nel villaggio di Barolo un vino paragonabile a quelli di Bordeaux e della Borgogna. Oudart intuì subito le enormi potenzialità del nebbiolo e seppe risolvere i problemi collegati ai suoi pessimi metodi di coltivazione e vinificazione. I risultati non tardarono a farsi attendere e nel giro di pochi anni Oudart fu convocato nelle tenute langarole degli uomini più influenti della corte sabauda, dallo statista Camillo Benso, Conte di Cavour, presso il suo castello di Grinzane, agli stessi sovrani: prima Carlo Alberto presso il castello di Verduno e poi suo figlio Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia, nella sua tenuta di caccia di Fontanafredda. Questo entusiasmo da parte dell’aristocrazia per il nuovo vino, chiamato appunto Barolo, fece nascere il famoso detto “Il Barolo è il re dei vini e il vino dei re”.

VINIFICAZIONE: I nebbioli appena raccolti giungono ancora integri in cantina, dove vengono immediatamente diraspati e pigiati attraverso l’utilizzo di moderni macchinari che permettono di separare i raspi dagli acini e dalla buccia, dove sono contenute le parti più nobili ed aromatiche del grappolo. La fermentazione avviene a temperatura controllata e ha una durata di 30 giorni, con rimontaggi sia all’aria che automatici da eseguirsi almeno due volte al giorno, per permettere al mosto di appropriarsi gradualmente del materiale colorante e dei vari oligoelementi. Si procede quindi alla macerazione, sempre a temperatura controllata, in botti d’acciaio a cappello sommerso per circa 25 giorni. Segue la fermentazione malolattica, sempre in acciaio: l’acido malico presente nel vino si trasforma in acido lattico, meno aspro al palato, donando al vino un gusto più morbido ed equilibrato.

AFFINAMENTO: Una volta terminata la fermentazione malolattica, per esaltare le varie componenti e permettere che si amalgamino completamente, donando al vino grande struttura, espressione e resistenza al tempo, il Barolo viene affinato per 2 anni e mezzo all’interno di grandi botti di Rovere di Slavonia (con una capacità che va dai 25 hl ai 50 hl). Queste botti sono utilizzate per produrre un Barolo di tipo tradizionale e vengono prodotte in Italia con pregiatissimo legname proveniente dall’omonima regione dei Balcani. Settimanalmente si procede alla colmatura e al controllo tramite degustazioni e analisi, allo scopo di controllare l’evolversi della maturazione del vino. Imbottigliato senza essere filtrato, in quanto il procedimento potrebbe danneggiarlo, il Barolo conclude il suo periodo di affinamento in bottiglia in posizione orizzontale. Questo vino, infatti, non può essere messo in commercio prima che siano passati circa 4 anni dalla vendemmia.

CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE: Presenta un colore rosso granato intenso con riflessi aranciati. Il profumo risulta caratteristico, etereo, gradevole ed intenso con netti sentori selvatici di sottobosco e spezie, ricordi di cuoio, cacao, liquirizia e prugne sotto spirito. Il gusto è asciutto, pieno e robusto. Si propone austero ma allo stesso tempo vellutato, risultando armonico alla beva.

VITA MEDIA DEL VINO: Vino di estrema longevità. Nulla vieta di consumarlo non appena messo in commercio, ma si esprime al meglio una volta trascorsi i primi 8-10 anni di vita. A seconda delle annate, questo vino può essere conservato per diversi decenni, ma si consiglia di non superare i 40 anni, salvo annate eccezionali.

ABBINAMENTI GASTRONOMICI: Vino aristocratico che trova ideale abbinamento con i secondi piatti a base di carni rosse di manzo, sia arrostite che bollite e soprattutto brasate: non a caso uno dei piatti principi della tradizione culinaria piemontese è il Brasato al Barolo. Non da meno sono gli abbinamenti con la cacciagione e la selvaggina, come lepre al “civet”, cinghiale, capriolo, camoscio, cervo e pernice. È anche compagno ideale di tipici primi piatti langaroli quali paste all’uovo, ravioli ripieni di carne, tajarin conditi con gustosi ragù di selvaggina o arricchiti da Tartufo Bianco d’Alba. Si accosta magnificamente ai formaggi stagionati a pasta dura, meglio se ovini o caprini. Visto il lunghissimo invecchiamento è adatto anche come vino da meditazione.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: Va servito a temperatura intorno ai 18°C, aprendo  la bottiglia dalle 2 alle 4 ore prima del sevizio per lasciare ossigenare il vino. Nel caso presentasse dei depositi, si consiglia di versarlo in un decanter.

GRADAZIONE ALCOLICA: Il disciplinare di produzione prevede un minimo di 13 % vol., ma il Barolo dei Sobrero tende a essere più alcolico. Inoltre, a seconda dell’annata si attestano variazioni fra il mezzo grado e un paio di gradi.

CONTENUTO: Bottiglia da 75 cl.