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uva senza però produrre vino, negli anni quel “Ciabot Tanasio” è cresciuto e oggi è ancora utilizzato, nonostante la sede principale della Sobrero Vini sia al numero 39 di Via Alba-Monforte dove si trovano gli uffici, il punto vendita e quasi tutti i Vigneti. Oggi la cantina del “Ciabot” è costituita da tre locali nei quali vengono effettuate tutte le fasi della lavorazione del vino, dalla pigiatura delle uve all’imbottigliamento passando per quella che potremmo definire il paradiso di un amante del buon vino, la sala dell’invecchiamento dove si trovano botti di ogni tipo e genere e poi c’è un piccolo tesoro nascosto…Nella stanza centrale, quella dell’invecchiamento troviamo anche un vero e proprio caveau dove le famiglia Sobrero conserva alcune antiche bottiglie di quello che è il re di queste terra, e dei vini in generale: il Barolo.

Tornando alla famiglia la tradizione continua nel 1960 quando nasce Pier Franco, nono ed ultimo figlio di Francesco e Teresa, che assieme a suo fratello

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uva senza però produrre vino, negli anni quel “Ciabot Tanasio” è cresciuto e oggi è ancora utilizzato, nonostante la sede principale della Sobrero Vini sia al numero 39 di Via Alba-Monforte dove si trovano gli uffici, il punto vendita e quasi tutti i Vigneti. Oggi la cantina del “Ciabot” è costituita da tre locali nei quali vengono effettuate tutte le fasi della lavorazione del vino, dalla pigiatura delle uve all’imbottigliamento passando per quella che potremmo definire il paradiso di un amante del buon vino, la sala dell’invecchiamento dove si trovano botti di ogni tipo e genere e poi c’è un piccolo tesoro nascosto…Nella stanza centrale, quella dell’invecchiamento troviamo anche un vero e proprio caveau dove le famiglia Sobrero conserva alcune antiche bottiglie di quello che è il re di queste terra, e dei vini in generale: il Barolo.

Tornando alla famiglia la tradizione continua nel 1960 quando nasce Pier Franco, nono ed ultimo figlio di Francesco e Teresa, che assieme a suo fratello nebbioloFEQihpfowuGreytywut

uva senza però produrre vino, negli anni quel “Ciabot Tanasio” è cresciuto e oggi è ancora utilizzato, nonostante la sede principale della Sobrero Vini sia al numero 39 di Via Alba-Monforte dove si trovano gli uffici, il punto vendita e quasi tutti i Vigneti. Oggi la cantina del “Ciabot” è costituita da tre locali nei quali vengono effettuate tutte le fasi della lavorazione del vino, dalla pigiatura delle uve all’imbottigliamento passando per quella che potremmo definire il paradiso di un amante del buon vino, la sala dell’invecchiamento dove si trovano botti di ogni tipo e genere e poi c’è un piccolo tesoro nascosto…Nella stanza centrale, quella dell’invecchiamento troviamo anche un vero e proprio caveau dove le famiglia Sobrero conserva alcune antiche bottiglie di quello che è il re di queste terra, e dei vini in generale: il Barolo.

Tornando alla famiglia la tradizione continua nel 1960 quando nasce Pier Franco, nono ed ultimo figlio di Francesco e Teresa, che assieme a suo fratello

Sobrero Vini

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uva senza però produrre vino, negli anni quel “Ciabot Tanasio” è cresciuto e oggi è ancora utilizzato, nonostante la sede principale della Sobrero Vini sia al numero 39 di Via Alba-Monforte dove si trovano gli uffici, il punto vendita e quasi tutti i Vigneti. Oggi la cantina del “Ciabot” è costituita da tre locali nei quali vengono effettuate tutte le fasi della lavorazione del vino, dalla pigiatura delle uve all’imbottigliamento passando per quella che potremmo definire il paradiso di un amante del buon vino, la sala dell’invecchiamento dove si trovano botti di ogni tipo e genere e poi c’è un piccolo tesoro nascosto…Nella stanza centrale, quella dell’invecchiamento troviamo anche un vero e proprio caveau dove le famiglia Sobrero conserva alcune antiche bottiglie di quello che è il re di queste terra, e dei vini in generale: il Barolo.

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Sobrero Vini

Sobrero Vini

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uva senza però produrre vino, negli anni quel “Ciabot Tanasio” è cresciuto e oggi è ancora utilizzato, nonostante la sede principale della Sobrero Vini sia al numero 39 di Via Alba-Monforte dove si trovano gli uffici, il punto vendita e quasi tutti i Vigneti. Oggi la cantina del “Ciabot” è costituita da tre locali nei quali vengono effettuate tutte le fasi della lavorazione del vino, dalla pigiatura delle uve all’imbottigliamento passando per quella che potremmo definire il paradiso di un amante del buon vino, la sala dell’invecchiamento dove si trovano botti di ogni tipo e genere e poi c’è un piccolo tesoro nascosto…Nella stanza centrale, quella dell’invecchiamento troviamo anche un vero e proprio caveau dove le famiglia Sobrero conserva alcune antiche bottiglie di quello che è il re di queste terra, e dei vini in generale: il Barolo.

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Carlo Sobrero

ALTRA PROVA

 

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PROVA

 

Carlo Sobrero

Castiglione Falletto 01

Castiglione Falletto: un borgo, un castello e 21 cantine

 

Castiglione Falletto in numeri

La Sobrero Vini, e la stessa famiglia Sobrero, sono da sempre legati a Castiglione Falletto, comune nel cuore della Langa del Barolo, dove la laboriosità dell’uomo ha plasmato la terra con sommo rispetto, tanto da far rientrare questo paesaggio vitivinicolo, così fortemente antropizzato, fra i patrimoni mondiali riconosciti e tutelati dall’UNESCO. ma conosciamo meglio appunto questo comune!

Castiglione Falletto è un comune italiano sito in Piemonte nella Provincia di Cuneo. Ha una popolazione di 719 abitanti, denominati castiglionesi, e un’estensione territoriale di 4,7 Kmq. Situata a 350 metri d’altitudine, il comune di Castiglione Falletto ha le seguenti coordinate geografiche 44° 37′ 25” Nord, 7° 58′ 35” Est; nelle vicinanze troviamo i comuni di Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba, Barolo e La Morra, mentre la più grande città nelle vicinanze è Alba a 10 km di distanza. Il settore economico più rilevante, neanche a dirlo, è quello agricolo – vitivinicolo con conseguente produzione di vino, nel comune hanno infatti sede decine di cantine più tutta una serie di produttori che hanno scelto le colline di questo comune per coltivare i preziosi grappoli di Nebbiolo per la produzione del “Re dei vini e il vino dei Re!”

 

Le origini del borgo

Il borgo di Castiglione Falletto appare oggi inviolato dal tempo, mantenendo tutto il suo fascino medievale, ma le sue origini affondano già n età romana, come attestano  il ritrovamento, all’interno delle mura del castello, di una lapide romana oggi conservate presso il Museo Archeologico F. Eusebio di Alba, e il ritrovamento nelle sue campagne di tombe oggi purtroppo non più esistenti o saccheggiate. In ogni caso è proprio, come già anticipato, è proprio l’epoca medievale che più ha inciso a livello architettonico sulla fisionomia di questo borgo. Emblematica la mole della sua austera fortezza, una fra le più imponenti dell’intero circondario, con le sue tre grandi torri cilindriche angolari e il possente mastio centrale che come riportano antiche fonti, un tempo doveva essere di altezza quasi doppia rispetto all’attuale. Al grande castello, di cui si hanno notizie a partire dall’anno 1001, si deve la prima parte del nome di questo comune, appunto “Castiglione”, mentre la seconda parte del nome “Falletto” deve la sua origine al nobile casato dei Falletti che per molti secoli dominarono vasti territori del Basso Piemonte e a cui in tempi più recenti si deve la nascita del vino più significativo di questo territorio: il Barolo. Oltre al castello, altri monumenti di grande interesse sono la chiesa parrocchiale in stile romanico, dedicata a San Lorenzo, l’antica chiesa dei della Confraternita dei Battuti dedicata a Sant’Anna e la torre dell’orologio nonché campanile che la leggenda vuole sia stato fatto costruire dei cittadini castiglionesi: retribuendo i muratori con l’ottimo vino di queste colline!

 

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Comunque anche secondo voi Castiglione Falletto merita una visita? Fatemi sapere qualsiasi opinione su questo articolo, come al solito, qui sotto nel box dei commenti!

Alla prossima, Carlo: il Barbarolo.

 

Articolo scritto da Carlo Sobrero – tutti i diritti riservati


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Di seguito si riportano tutti i nominativi e i riferimenti sitografici degli Enti Pubblici, Associazioni, e Aziende a cui va ricondotta la proprietà del patrimonio fotografico presente in questo articolo:
Fotografia n. 1: Sestriere – PATRIMONIO FOTOGRAFICO APPARTENENTE ALL’ARCHIVIO: PIEMONTahgagrfgfRY
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(www.gdfsdjsdf.it);

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Sobrero Vini

Titolo articolo

 

La sezione 1.10.32 del “de Finibus Bonorum et Malorum”

“Sed ut perspiciatis unde omnis iste natus error sit voluptatem accusantium doloremque laudantium, totam rem aperiam, eaque ipsa quae ab illo inventore veritatis et quasi architecto beatae vitae dicta sunt explicabo. Nemo enim ipsam voluptatem quia voluptas sit aspernatur aut odit aut fugit, sed quia consequuntur magni dolores eos qui ratione voluptatem sequi nesciunt. Neque porro quisquam est, qui dolorem ipsum quia dolor sit amet, consectetur, adipisci velit, sed quia non numquam eius modi tempora incidunt ut labore et dolore magnam aliquam quaerat voluptatem. Ut enim ad minima veniam, quis nostrum exercitationem ullam corporis suscipit laboriosam, nisi ut aliquid ex ea commodi consequatur? Quis autem vel eum iure reprehenderit qui in ea voluptate velit esse quam nihil molestiae consequatur, vel illum qui dolorem eum fugiat quo voluptas nulla pariatur?”

Traduzione del 1914 di H. Rackham

“But I must explain to you how all this mistaken idea of denouncing pleasure and praising pain was born and I will give you a complete account of the system, and expound the actual teachings of the great explorer of the truth, the master-builder of human happiness. No one rejects, dislikes, or avoids pleasure itself, because it is pleasure, but because those who do not know how to pursue pleasure rationally encounter consequences that are extremely painful. Nor again is there anyone who loves or pursues or desires to obtain pain of itself, because it is pain, but because occasionally circumstances occur in which toil and pain can procure him some great pleasure. To take a trivial example, which of us ever undertakes laborious physical exercise, except to obtain some advantage from it? But who has any right to find fault with a man who chooses to enjoy a pleasure that has no annoying consequences, or one who avoids a pain that produces no resultant pleasure?”

Sobrero Vini

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Fotografia n. 1: Sestriere – PATRIMONIO FOTOGRAFICO APPARTENENTE ALL’ARCHIVIO: PIEMONTE PHOTO GALLERY (www.regione.piemonte.it);
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Titolo articolo

 

La sezione 1.10.32 del “de Finibus Bonorum et Malorum”

“Sed ut perspiciatis unde omnis iste natus error sit voluptatem accusantium doloremque laudantium, totam rem aperiam, eaque ipsa quae ab illo inventore veritatis et quasi architecto beatae vitae dicta sunt explicabo. Nemo enim ipsam voluptatem quia voluptas sit aspernatur aut odit aut fugit, sed quia consequuntur magni dolores eos qui ratione voluptatem sequi nesciunt. Neque porro quisquam est, qui dolorem ipsum quia dolor sit amet, consectetur, adipisci velit, sed quia non numquam eius modi tempora incidunt ut labore et dolore magnam aliquam quaerat voluptatem. Ut enim ad minima veniam, quis nostrum exercitationem ullam corporis suscipit laboriosam, nisi ut aliquid ex ea commodi consequatur? Quis autem vel eum iure reprehenderit qui in ea voluptate velit esse quam nihil molestiae consequatur, vel illum qui dolorem eum fugiat quo voluptas nulla pariatur?”

Traduzione del 1914 di H. Rackham

“But I must explain to you how all this mistaken idea of denouncing pleasure and praising pain was born and I will give you a complete account of the system, and expound the actual teachings of the great explorer of the truth, the master-builder of human happiness. No one rejects, dislikes, or avoids pleasure itself, because it is pleasure, but because those who do not know how to pursue pleasure rationally encounter consequences that are extremely painful. Nor again is there anyone who loves or pursues or desires to obtain pain of itself, because it is pain, but because occasionally circumstances occur in which toil and pain can procure him some great pleasure. To take a trivial example, which of us ever undertakes laborious physical exercise, except to obtain some advantage from it? But who has any right to find fault with a man who chooses to enjoy a pleasure that has no annoying consequences, or one who avoids a pain that produces no resultant pleasure?”

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